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Garifuna, le tradizioni del colorato popolo afro caraibico

I Garifuna stanziati nelle coste caraibiche di Honduras, Belize, Guatemala e Nicaragua sono una popolazione allegra e colorata, dalla cultura così unica che, nel 2001, l'UNESCO ha dichiarato che la lingua, la danza e la musica Garifuna sono un capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell'umanità.

Nascono dalla fusione di culture sudamericane e caraibiche indissolubilmente intrecciate con elementi dell'Africa occidentale.

Donna Garifuna

Nel 1635, un gruppo di nativi dell'Africa occidentale, catturati e destinati ad essere venduti come schiavi in America, viaggiava su alcune navi che, a seguito di grosse tempeste, si arenarono ai Caribi.

I sopravvissuti alla tragedia, si ripararono a Saint Vincent, Granadine, le splendide isole dell' arcipelago nei Caraibi Orientali. Lì, si sono mescolati con i nativi locali Arawak e Carib, dando vita ad un nuovo gruppo etnico: i Garifuna o Garinagu.


Per un secolo e mezzo i Garinagu vissero pacificamente accanto ai coloni francesi, ma divennero una spina nel fianco per gli inglesi quando questi ultimi cercarono di conquistare le isole. Furono cacciati ed emarginati nell'isola di Roatan che a quei tempi, assieme alle altre Isole della baia dell'Honduras, era un territorio praticamente disabitato, conteso tra Spagna e Gran Bretagna.

Gli spagnoli, che lo videro come un tentativo da parte degli inglesi di stabilirvi una comunità, per contrastarli, invitarono i Garifuna sulla costa caraibica dell'Honduras.

Siamo nel 1976, un anno dopo il loro arrivo a Roatan.

Bimbe a scuola di Punta, il ballo Garifuna

Le comunità di Garifuna arrivarono per la prima volta nell'Honduras continentale attraverso Trujillo, un importante porto coloniale che aveva una fortezza adeguata per combattere le invasioni da parte di inglesi e bucanieri. Da lì, le comunità di Garifuna si diffusero sia a est che a ovest, raggiungendo il Guatemala, il Nicaragua e il Belize. Ancor oggi si incontrano comunità Garifuna lungo tutta la costa caraibica di questi Paesi, anche se la maggior parte dell’etnia rimane in Honduras.

Garifuna in strada a ballare e cantare

I Garifuna praticano una religione che mescola credenze cattoliche con pratiche tradizionali influenzate dal loro background africano e sudamericano. I santi sono adorati e gli spiriti dei loro antenati (gubida) sono trattati con referenza. I loro capi religiosi, chiamati buwiyes, sono sciamani che guidano la gente come suore e sacerdoti.

Le loro celebrazioni prevedono balli, canti, percussioni e feste; una delle feste cerimoniali più note è chiamata Festa di Dugu, un rito ancestrale di celebrazione dei morti. Una morte inspiegabile, una serie di siccità, alcuni incidenti, una malattia prematura, sono fatti che vengono attribuiti alla rabbia del gubida: per compiacere gli antenati, viene preparata una festa la cui celebrazione dura diversi giorni, durante la quale viene preparato il cibo che viene poi gettato in mare o sepolto come offerta agli spiriti ancestrali.

festa Garifuna in Honduras

La maggior parte di essi professa la religione cattolica; in quanto tale, ogni città ha un santo patrono: assistere alle celebrazioni dei loro santi patroni è un’esperienza tutta da vivere: un’esplosione di colori di abiti sgargianti, canti, balli e tamburi che sfilano lungo le strade.

Il ballo Punta è il più conosciuto e incredibile da osservare per un turista: un ritmo caotico e veloce che si balla in un modo totalmente “ancheggiante”.

Danze e balli Garifuna in Honduras

In Honduras si possono trovare corpose comunità Garifuna a Sambo Creek, a 15 km a est di La Ceiba, nella Baia di Tela e a San Josè de la Punta. Ho trascorso due settimane in questa zona, mescolandomi a loro, conoscendo le loro abitudini e le loro usanze: persone molto cordiali, allegre e gioiose anche nella loro situazione non propriamente florida: generalmente c’è molta povertà, ma sono persone che non cercano la ricchezza ad ogni costo.

Viaggio in pulmann in Honduras per raggiungere comunità Garifunaa

La vita dei Garifuna ruota attorno al mare, da sempre sono abili pescatori; ma sono anche coltivatori, soprattutto di yucca, un tubero simile alla patata, conosciuto come manioca.

Con la manioca preparano il pane, il cazabe: le radici vengono grattugiate e filtrate a mano in sacchetti ricavati dalle foglie intrecciate, che vengono lasciati appesi durante la notte per far gocciolare la parte liquida; la farina bianca risultante viene utilizzata per fare il pane.

Non a caso il nome Garifuna deriva da karifuna, che significa "del clan della manioca".

Il piatto tipico della cucina garifuna è la "machuca", una sorta di purè che si ottiene bollendo il platano verde (simile alla banana) e poi, una volta raffreddato, pestato in un mortaio di legno. Si ottiene così una polpa, un purè che accompagna la zuppa di pesce, cotto con cipolla e peperoncino nel latte di cocco.

il platano verde per la machuca
il platano verde per la machuca
il mortaio dove "machucar" il platano verde
il mortaio dove "machucar" il platano verde

L'abbigliamento tradizionale è il mandaguina, un abito dai colori sgargianti confezionato dalle donne anziane all'interno delle varie comunità. E' composto da tre pezzi coordinati: una lunga gonna a balze, una camicetta e l'immancabile fazzoletto a coprire il capo.

Particolare importanza ricopre proprio il fazzoletto, pañuelo, in quanto i Garifuna pensano che il male entri attraverso la testa, pertanto è vitale tenere il capo protetto.

Le donne, adorabili nei loro costumi tipici tradizionali, sono l’incarnazione della classica “Mami” che siamo abituati a vedere nei film americani di un tempo.

Dnna Garifuna durante una festa tipica che balla il Punta
Donne Garifuna

Gli uomini raramente vestono in abiti tipici, ma comunque tengono sempre la testa coperta.

Le bimbe portano i capelli acconciati con piccole treccine, abbellite ancor di più da perline e accessori colorati.

Capelli con treccine delle bambine Garifuna
Abiti tradizionali di bimbe Garifuna

L'espressione più grande di questo popolo si ha attraverso il ballo: il ballo Punta riunisce molti elementi africani e amerindi: le parole dei canti narrano la loro storia e la loro conoscenze sull’agricoltura, sulla pesca, sulla costruzione di canoe e delle loro tipiche abitazioni in legno; gli strumenti di percussioni usati sono i tamburi, le maracas, le conchiglie e persino gusci di tartarughe.


Anche a Livingston, in Guatemala, c’è una forte presenza di questa etnia. Un luogo non proprio comoda da raggiungere, ci si arriva solo in barca, navigando il Rio Dulce, un’arteria liquida sperduta nel nulla.

I Garifuna che si insidiarono qui ebbero da lottare non poco contro il razzismo di chi abitava già queste terre, la popolazione creola; ancor oggi soffrono per questa discriminazione soprattutto nell’ambito del lavoro e della politica, dove non riescono purtroppo a raggiungere posizioni elevate pur avendone i meriti.

Bimbo Garifuna in Belize

Il 19 novembre, ogni anno prende vita il Garifuna Settlement Day; la celebrazione, riconosciuta come festa nazionale nel 1977, rievoca l'arrivo del popolo Garifuna su queste terre: due barche appaiono all'orizzonte, piene di uomini e donne Garifuna avvolti in foglie di manioca che trasportano gambi di canna da zucchero. Sbarcano in mezzo a una grande fanfara, poi guidano una sfilata di sbandieratori per le strade fino alla chiesa in cui viene celebrata la messa. E poi tutti di nuovo a festeggiare e a ballare.


Un altro luogo in cui mi sono trovata a condividere del tempo con loro è stato il Nicaragua, nella zona di Bluefield, un porto raggiunto via fiume in uno scenario incredibile. Un posto che non ha molto da offrire al turista, ma punto di partenza per un altro viaggio verso isole semisconosciute (che vi racconterò a breve).

Uomo Garifiuna a Bluefield, Nicaragua

La bandiera dei Garifuna nei colori nelle sue tre strisce orizzontali rappresenta l’eredità africana e 200 anni di lotta sotto gli europei (il nero), la pace (il bianco) e la speranza (il giallo).

La loro cultura oggi è gravemente minacciata: sempre più terre vengono loro sottratte per far spazio a grandi industrie e alla costruzione di grandi strutture ricettive per il turismo di massa. Non viene più insegnata la lingua a scuola (se non in alcune rare eccezioni) e le loro tradizioni stanno via via scemando, con le nuove generazioni che vengono assorbite dal consumismo dilagante ormai anche in questi angoli poco conosciuti.

Siate viaggiatori responsabili e non invadenti, acquistate prodotti locali e se possibile scegliete di alloggiare in strutture gestite da Garifuna.

scuola Garifuna

La loro è una storia lunga e straziante, ma a tutti gli effetti una storia di resilienza; i Garifuna si sentono orgogliosi della loro razza e del loro colore, sono legati alle loro tradizioni e son ben lieti di accogliervi nei loro villaggi. Se deciderete per un viaggio in Honduras o negli stati vicini in cui vivono queste genti, prendetevi del tempo per loro, andate a visitare una scuola.. vi porterete a casa un ricordo che rimarrà indelebile.


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