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Sicilia orientale: cosa vedere in 4 giorni

La Sicilia è una terra che ti entra sotto pelle, si annida lì e non ti lascia più. Non sai bene come, ma semplicemente accade. Accade che tra natura prorompente e spiagge assolate, la storia millenaria di quest'isola ti investe, ti avvolge e ti conquista.


Un volo super economico mi ha portato a Catania ed è stato amore a prima vista: venite con me a scoprire cosa vedere in 4 giorni nella costa est, un itinerario a bordo di una cinquecento blu notte che mi ha permesso di vedere tantissimi luoghi, con un occhio sempre attento alle spese ma senza farsi mancare mai nulla, e sempre sotto l'occhio vigile de "a muntagna" che appare all'orizzonte in ogni dove.


1) Aci Castello - Taormina - Catania

Qual è la prima cosa da fare dopo aver ritirato l'auto a noleggio? Iniziare l'avventura siciliana con una granita con brioche! L'immancabile assaggio di questa specialità si può fare ovunque, noi abbiamo scelto un chioschetto a Catania lungo la strada per Aci Castello.

Ad attenderci c'è il Castello Normanno-Svevo, la fortezza sulla rupe costruita a metà dell'anno mille che spicca nel mare cristallino. Una storia travagliata la sua: passato di mano in mano, tra battaglie e conquiste varie, il castello che ispirò le pagine del romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga, oggi è sede museale ed è una bellissima tappa lungo la costa.

 

Nel 1169 una disastrosa eruzione vulcanica investì il paese di Aci e raggiunse perfino la rupe che fino ad allora emergeva dal mare, isolata dalla terraferma; la colata colmò il braccio di mare antistante la rupe, rendendo inutile il ponte levatoio che serviva a congiungere il castello al paese.

 

La vista dall'alto delle sue mura si apre sul mare, in questa bella giornata di fine settembre; l'orto botanico a cielo aperto ci regala una passeggiata tra pietra nera vulcanica e piante grasse, mentre alla base dello sperone roccioso ci si diverte a giocare a piedi scalzi tra le piscine naturali create dal mare nella colata vulcanica.

Poco più a nord, ecco il porto di Aci Trezza: i pescatori alle prese con la manutenzione quotidiana delle loro barche colorate, spiccano sul panorama dei faraglioni, una manciata di scogli che, secondo la leggenda, sono sassolini gettati nel mare dalla mano del gigante Polifemo, in collera con Ulisse, nel tentativo di bloccare la sua fuga dopo essere stato accecato.

Non a caso il tratto di costa che si estende da Acitrezza a Cannizzaro, un susseguirsi di bellissime rocce e colline basaltiche, si chiama proprio "Riviera dei Ciclopi".

 

Curiosità: “La Terra Trema”, il film di Luchino Visconti, è stato interamente girato ad Acitrezza.

 

Giungiamo a Taormina nel mezzo di un acquazzone, ma non ci scoraggiamo e scendiamo dall'auto per rifugiarci all'Antica Rosticceria da Cristina che qui è una vera istituzione: i suoi arancini di riso sono a dir poco fenomenali!

Poco dopo torna il sole e possiamo visitare l'incantevole cittadina, una vera terrazza sul Mediterraneo.

Curiosi oggetti che abbelliscono gli stretti vicoli, terrazze panoramiche tra cui la famosa Piazza IX Aprile a scacchi bianchi e neri, splendidi negozi nella via dello shopping. Insomma, una località da veri vip.

Ma non solo! Qui infatti vi si trova anche l'antichissimo Teatro greco romano: a renderlo speciale più di ogni altra cosa è la sua splendida posizione panoramica. Come una delle tante terrazze di questa località, il teatro sembra sospeso tra cielo e mare, offrendo al visitatore un panorama da lasciare senza fiato!

Edificato dai greci nel III secolo a.c. per le loro rappresentazioni drammatiche e musicali, fu poi modificato e ampliato dai romani che lo trasformarono in un arena, dove i gladiatori combattevano con belve feroci.

Ammirando il panorama dall'alto si viene rapiti dagli spettacolari colori del mare di Isola Bella, un' isoletta che è anche riserva naturale e che è la meta ideale per prendere un po' di sole e fare un tuffo nelle sue acque cristalline.

Lasciata Taormina, raggiungiamo il centro di Catania sotto una pioggia torrenziale; il nostro alloggio, trovato on line il giorno stesso, non era propriamente pulito, ma dopo qualche peripezia e un paio di telefonate, la proprietaria del "monovano" (così si chiamano i monolocali in Sicilia) è arrivata per pulito tutto con una profusione di scuse pari solo al disastro lasciato dall'ospite precedente.


Siamo proprio in centro, tra via Etnea e Piazza Carlo Alberto di Savoia e a due passi da via Santa Filomena, una zona piena di localini caratteristici: la sera si illuminano di lucine che rendono l'atmosfera fiabesca e noi scegliamo di cenare proprio qui, al ristorante Alé, ma in questa via davvero c'è solo l'imbarazzo della scelta.


2) Etna - Catania

Vuoi venire in Sicilia e non visitare il suo simbolo? Assolutamente noo!! Quindi oggi giornata avventura: la scalata dell'Etna!

Per poter salire fino ai crateri sommitali è molto importante assicurarsi che ci sia bel tempo, altrimenti si rischia di essere immersi nelle nuvole e non vedere poi molto.

Noi ci svegliamo con una splendida giornata di sole, arriviamo al parcheggio e scoppia una furibonda litigata. Perché ve lo racconto? Perché questo inconveniente ci ha fatto buttare via due ore di tempo meraviglioso e quando poi finalmente ci riappacifichiamo la cima del vulcano è totalmente ricoperta di nuvole! Quindi.. è severamente vietato litigare prima di andare a visitare l'Etna, sappiatelo!

Ci sono diversi modi per visitare l'Etna, ma il mio consiglio è quello in semi autonomia: raggiunto il rifugio Sapienza, con 65 euro a testa (un po' caro, effettivamente) si può acquistare il biglietto cumulativo per il pulmino, la funivia, la guida e la camminata in solitaria.


Il pulmino 4x4 porta sino ai crateri intermedi (ormai andare ai sommitali era improponibile, purtroppo).

Si passeggia lungo i crinali, in un atmosfera surreale: i colori, con questa nebbia, quasi non si vedono ma sono solo facilmente intuibili: il giallo dello zolfo, il rosso del ferro, il bianco della thénardite, il nero, l'argento, il grigio in ogni tonalità. Una policromia che solo la natura sa creare.

Con una guida si visitano alcuni crateri ancora attivi: è possibile vederli fumare, si sente il tipico odore di zolfo e si può percepire il calore delle pietre vulcaniche. Uno spettacolo davvero emozionante, avvolti dalla nubi, con lo sguardo che può spaziare a 360 grandi sulle colate e sui pendii.

L'ambiente è suggestivo: dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco, avvolto dalla nebbia, il vulcano sembra ancor più nero, possente, vibrante.

I suoi pendii scoscesi sono intervallati da numerose bocche eruttive che lo hanno trasformato nel tempo dandogli la forma che vediamo oggi: con i suoi 3340 metri circa di altezza e un diametro di 45 km è davvero un gigante!


Ha una caratteristica che lo distingue da altri vulcani: una diversità di ambienti unica al mondo che va dalle zone sterili in pietra lavica, normalmente ricoperte di neve in inverno (si può anche sciare!), a quelle folte e lussureggianti della macchia mediterranea, fino ai caratteristici vigneti che crescono rigogliosi grazie al suolo ricco di minerali.

Per scendere abbiamo optato per una passeggiata tra la colata, scavalcando rocce e affondando nella lava polverizzata fino a raggiungere la cabinovia, che in pochi minuti ci ha riportati alla nostra auto.


Prima di ripartire ci siamo dedicati ai Crateri Silvestri, che si trovano praticamente al parcheggio. La visita è gratuita e si può effettuare in totale autonomia. Se non ve la sentite quindi di salire, potete scegliere di visitare questa parte che è comunque impattante (ma mai quanto i crateri che stanno più su).


La strada del ritorno taglia un paesaggio spettrale, attraversando una delle tante colate che hanno completamente sommerso alcune case. E poi qua e la natura si riprende il suo spazio, tra gruppi di pini e betulle.

Rientrati a Catania nel tardo pomeriggio, dopo aver assaggiato la Pinsa (che dicono essere l'antenata della pizza), ci dedichiamo alla visita del centro: la città reca una scritta sulla porta d'entrata, Porta Garibaldi, che recita "Rinasco dalla cenere più bella di prima"; 9 volte fu ricostruita, tra eruzioni ed invasioni, ed ogni volta probabilmente è stata aggiunta bellezza. Lo capirete solo visitandola!

L'anfiteatro romano, secondo solo al Colosseo, è praticamente sovrastato dalla città moderna: è possibile percorrerlo dall'alto e visitarlo nella parte sotterranea.

Su Via Etnea, la via dello struscio e dello shopping (o via del barocco, come l'ho definita io), brulicante di gente di pogni età, si affacciano antichi palazzi storici.


Passeggiamo senza meta per le vie, fotografando chiese e rovine di teatri antichi: da via del Colosseo, percorriamo Via Crociferi in un susseguirsi di localini e gente che chiacchiera con il bicchiere in mano lungo la strada.

Piazza Duomo illuminata è stato uno dei momenti più belli: sarà perché era il mio primo viaggio col mio compagno, sarà che ero particolarmente predisposta, sarà che il luogo è davvero meraviglioso, sarà che le note della mia canzone preferita risuonavano nell'aria.. ma mi ha davvero fatto innamorare.

L'elefante in pietra lavica, simbolo di longevità che sembra risalire all'epoca romana, è stato ritrovato sotto le macerie del terremoto del 1693 ed oggi è parte integrante di una fontana, troneggia nella piazza. Ma impallidisce di fronte alla Cattedrale di Sant'Agata, in marmo di Carrara, che colpisce col suo colore azzurrognolo. E poi la settecentesca Porta Uzeda, il palazzo dei Chierici.. Tutto sa di arte e di storia in una cornice perfetta sulle note di Bublé!


Per cena decidiamo di tornare nella via della sera precedente, in un ristorante famoso per le polpette e che si chiama indovinate un po'? La Polpetteria!

Locale grazioso dove seduti nei tavolini all'aperto proviamo alcune specialità; tanto fritto, è vero, ma delizioso: super consigliato!


3) Catania- Ortigia- Marzamemi

In una splendida giornata di sole percorrendo strade fiancheggiate da fichi d'india, raggiungiamo Ortigia, l'isola-centro storico di Siracusa. Dopo un cannolo in riva alla marina come seconda colazione, ci dedichiamo all'incantevole centro storico.

Girovagando nel centro storico sembra essere entrati in un altra dimensione, tra case color seppia e vicoletti da cui si intravede il mare. Angolini molto caratteristici, botteghe e negozi di artisti particolari, come ad esempio il signore che dipinge vecchi pezzi di legno trovati nel mare o i numerosissimi oggetti che ritraggono il fico d'india, il simbolo di queste zone. Ma anche chiese barocche, il Tempio di Atena le cui colonne sono parte del Duomo, la Fonte Aretusa con i suoi papiri, il Castello Maniace. Insomma in questa parte di Siracusa non ci si annoia davvero!

Duomo di Ortigia
Duomo di Ortigia
 

Curiosità: la leggenda vuole che Zeus si fosse invaghito di Asteria, figlia di un titano. Mentre lei tesseva, il re degli dei si trasformò in un'aquila per raggiungerla, ma lei si trasformò in una quaglia e si gettò in mare, dove divenne un'isola, l'isola di Ortigia.

Questa è la storia mitologica, ma il nome Ortigia deriva veramente dalla parola latina "coturnix", che significa, appunto "quaglia".

 

Io l'ho trovata davvero una cittadina degna di nota, colorata e deliziosa, con i suoi angolini tutti da fotografare. Ma siccome non vi voglio rovinare la sorpresa, vi do solo un suggerimento: esploratela con calma lasciandovi trasportare dalla curiosità. Sicuramente oltre ai sapori e al bellissimo mare, troverete tanta ospitalità e scorci incantevoli.

Pranziamo splendidamente in un simpatico locale che consiglio di non perdere, La Foglia: il proprietario, un veneto trapiantato qui, sempre con la battuta pronta vi farà assaggiare alcune delle specialità della zona in un ambiente colorato e alla mano. L'arredamento del locale è davvero singolare, si potrebbero passare ore ad ammirare tutto ciò che contiene!

Il nostro tavolo alla Trattoria la Foglia

La prossima tappa è Marzamemi, il piccolo borgo marinaro che affascina chiunque arrivi qui. Appoggiamo i bagagli nel nostro B&B a due passi dal mare e via in spiaggia per un bagno al tramonto. Per cena invece, raggiungiamo il cuore del paesino: Marzamemi ruota intorno alla sua grande piazza piena di tavoli colorati, in un'atmosfera di altri tempi. Sono rimasta totalmente incantata da questo luogo!


4) Marzamemi, Vendicari, Noto

Dopo l'ottima colazione servita in giardino, ci dedichiamo a qualche ora di mare. Scendendo la stradina tra giardini traboccanti di fiori e fichi d'india, raggiungiamo la spiaggia che è praticamente tutta per noi.

Passeggiamo lungo il tratto di costa fino a raggiungere una parte più rocciosa, tra bagni e tuffi nell'acqua cristallina; mi dedico anche alla raccolta di semi rotondi, grossi e teneri, con i quali ho deciso voglio fare qualcosa: non ho ben capito cosa sono, ma sono certa che qualcosa mi inventerò.

Ma è ora di andare a conoscere più da vicino il paese che ieri sera mi ha stregato.

Entrare in Piazza Regina Margherita lascia senza fiato: qui si affacciano la tonnara (purtroppo chiusa oggi), le due chiese del borgo e tutt'attorno le casette dei pescatori, la maggior parte riconvertite in negozi e ristorantini.

Passeggiare tra i suoi vicoli lascerà un ricordo indelebile a qualsiasi viaggiatore: ogni angolino risulta un connubio perfetto tra storia e colore, natura e pietra, fiori e oggetti appoggiati qua e là. A rendere il borgo così gradevole, inoltre, è la vista sul mare che si gode da ogni scorcio: i due porti naturali che la delimitano ne fanno un paese tutto da fotografare mentre ci si guarda attorno per scoprire qualcosa di nuovo!

Dopo un caffè assaporato nella splendida piazza decidiamo di andare alla Riserva di Vendicari, un altro posto assolutamente meraviglioso!


Lasciamo l'auto al parcheggio e dopo una passeggiata di poco più di un km si apre davanti agli occhi l'iconica spiaggia di Calamosche: annoverata tra le più belle d'Italia, questa piccola baia dalle acque cristalline, racchiusa tra pareti di roccia, è una meraviglia. Acque placide, riparate dalla corrente permettono di fare un bagno rilassante, ma c'è anche la possibilità di fare snorkeling tra gli anfratti rocciosi.

Dopo bagni e tanto sole (ricordate che qui non ci sono bar o ristoranti, dovete arrivare "già mangiati" o con pranzo al sacco), intraprendiamo il lungo sentiero sulla destra che porta a Vendicari: la passeggiata semplice, ma molto lunga, si snoda attraverso un territorio selvaggio, immerso nella natura, tra gli immancabili fichi d'india, la terra aspra ed il mare.

Quando infine si raggiunge Vendicari, si resta ammaliati dalle rovine della vecchia tonnara.

Di origine araba oggi è il simbolo della zona, un sito che vale la pena di visitare con il sole del pomeriggio che gioca con le colonne che si ergono a testimonianza del glorioso passato, tra le casette dei pescatori, il mare azzurro cristallino da un lato ed alle spalle l'area lacustre che abbonda di fenicotteri.

Un sentiero che corre lungo l'area di costa, molto interessante per chi pratica birdwatching, inizia dall'ingresso principale della Riserva (più facile per chi non volesse intraprendere la lunga camminata che abbiamo fatto noi da Calamosche).


Il rientro attraverso il sentiero ci mette un po' alla prova, considerando che abbiamo camminato davvero per ore, ma è di una bellezza mozzafiato con il sole del tardo pomeriggio che colora la terra di rosso.


Raggiunto il parcheggio, ci soffermiamo a bere un caffè al ristorante agriturismo Calamosche per ristorarci un pò e prima di risalire in auto, un piacevole fuoriprogramma: un succo di melograno fresco spremuto al volo in un baracchino proprio di fianco alla nostra auto! Una tra le migliori bevande della mia vita, dolce, saporito, fresco, squisito!





Poche ore ancora ci separano dalla partenza del nostro aereo per il rientro a Venezia e decidiamo di spenderle a Noto, la capitale del barocco.

Cittadina ricca di fascino, il cui centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, con le luci della sera che la ammantano di giallo conquista per la sua armonia delle forme della sua architettura.

Vi si accede attraverso l'arco di Porta Reale e d'improvviso i palazzi, le chiese, i conventi, il teatro sembrano quasi un unico monumento. Tutto è costruito nello stesso tufo giallo e nello stesso stile barocco; i balconi riccamente adornati, con ringhiere in ferro battuto e fregi si intravedono tra le vie che sono intervallate da piazzette e scalinate.

Ceniamo velocemente (ma molto bene) in un simpatrico ristorantino gestito con creatività e e sapienza: del Pic Nic ci ha colpito molto favorevolmente sia il cibo (un couscous di verdure ai profumi di Sicilia, una vera e propria esplosione di gusto) sia la bella location, proprio sotto ai balconi con le statue grottesche di Via Nicolaci.

 

Se vieni a Noto la terza domenica di Maggio avrai modo di vedere la città trasformata in un tappeto di fiori. Lungo Corso Vittorio Emanuele, infatti, prende vita il "Saluto alla Primavera”, un susseguirsi di tele dipinte con i fiori, la famosa infiorata.

 

E' giunta l'ora per noi di correre in aeroporto, riconsegnare l'auto e prendere il volo per tornare a casa con le valigie ricolme di esperienze siciliane che lasciano ricordi ingombranti e imperituri.


Non so se in 4 giorni si possa cogliere l'essenza della Sicilia.. a volte non basta una vita per conoscere una regione intera, ma godere della sua natura e del suo mare, tra cittadine ricche di storia e, non ultimo, mangiando sempre davvero bene e ovunque mi ha permesso di dire "Io qui ci ritornerò".


Se siete alla ricerca di suggerimenti, scrivetemi pure, sarò felice di aiutarvi ad organizzare il vostro viaggio meraviglioso, all'insegna di scoperta di piccoli, meravigliosi, unici ..angoli di mondo.


Fammi sapere se ti è piaciuto il mio racconto cliccando il cuoricino!


P.S. Qualcuno mi aiuta a capire cosa sono?



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4 Comments


EricaP
EricaP
Apr 19

Ciao Gio, che bel resoconto. A maggio porto il mio ragazzo in Sicilia (suo regalo di compleanno). L’idea era la Sicilia orientale quindi più o meno quello che hai fatto tu. Avremo tre notti e quattro giorni pieni, purtroppo non tantissimo,

La prima notte vorremmo soggiornare e visitare, dopo la colazione a Acicastello (come da te consigliata) Taormina e Castelmola (una mia amica ha la casa lì e dormiremo quindi li), secondo giorno in mattinata Etna, e poi spostarci verso sud. Sono indecisa sé dedicare tempo a Catania o se meglio dedicare i due giorni e mezzo restanti a Siracusa, Marzamemi, Noto e dintorni. Hai qualche consiglio? Voi a parte Catania, dove avete alloggiato? Grazie mille.

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La Gio
La Gio
Apr 19
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Ciao Erica, che splendido regalo di compleanno! Noi abbiamo fatto due notti a Catania e una a Marzamemi: la scelta degli alloggi è stata strategica per ciò che desideravo fare. Ovviamente Catania meriterebbe qualche giorno, ma anche le spiagge più a sud non sono da perdere. Per come mi hai descritto l'itinerario, ti consiglio a questo punto di saltare Catania e dopo l'Etna scendere verso Noto: visitare il centro storico di Siracusa (Ortigia è una vera chicca) e Marzamemi (che è un incanto). Alloggiando in zona Noto hai la possibilità di essere in posizione abbastanza centrale.

Io sono stata presso Affittacamere Marzamemi trovato su Booking.com e mi sono trovata benissimo. 😀 Se serve qualche altra informazioni, chiedi pure !

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willy
willy
Dec 04, 2020

Complimenti, quante meraviglie in soli pochi giorni!

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La Gio
La Gio
Nov 09, 2020

Un grazie a Simona che mi ha risposto su Facebook!


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